Presentazione

Una donna entra con la testa bassa in uno dei tanti sportelli di assistenza consumatori presenti in Basilicata. Appartiene alla categoria dei consumatori fragili. Una parola delicata per indicare chi non riesce a pagare le bollette.

Anche nella terra del petrolio il loro numero sta crescendo in maniera esponenziale, tanto che la Lega Consumatori Basilicata dal mese di febbraio 2017 ha avviato presso i propri sportelli un’iniziativa di consulenza gratuita finalizzata al binomio consumo intelligente – risparmio.

Per semplificare si potrebbe dire che i «consumatori fragili» sono una sotto-categoria dei «nuovi poveri» ormai digeriti dal lessico quotidiano e censiti di anno in anno dall’Istat. Dietro a numeri asettici ci sono storie di vita quotidiana come quelle dei «consumatori fragili», appunto, o dei cassintegrati per cui anche la precedente condizione di capifamiglia di un nucleo monoreddito.

L’appello del Vescovo di Potenza, ci mostra il suo «termometro». Segnala la febbre quotidiana di chi perde la dignità e si rivolge agli sportelli a difesa dei consumatori. Una mappatura continua che si affianca alla meritoria attività di soggetti come la Caritas che sostengono materialmente gli indigenti o gli «incapienti», altro termine brutale ma efficace.

Quello della Lega Consumatori è un campione non indifferente, forte com’è delle sue “antenne” da Matera a Muro Lucano, da Laurenzana a Sant’Arcangelo, da Bernalda a Pomarico. Il nostro è un osservatorio costante e al momento del sostegno ci piace affiancare quello dell’informazione. Di recente abbiamo discusso ad esempio di “Come la crisi ha cambiato i nostri consumi”. Esiste un identikit del soggetto a rischio povertà che si avvicina alla Lega Consumatori per chiedere aiuto. Il boom delle famiglie a rischio ha aumentato la casistica. Figure che pagano la crisi delle aziende: mariti senza lavoro, in mobilità o in cassa integrazione... In questo deserto, misure come i bonus gas/elettrico sono una goccia, benché misera. Sempre più gente viene a informarsi, ogni forma di possibile risparmio viene presa in considerazione. Occorre un reddito che sia davvero di dignità, ovvero di formazione e reinserimento al lavoro e non puro assistenzialismo, quasi elemosina. E qui entriamo in un altro terreno minato, quello delle «platee» di povertà e precariato esistenziale alimentato da politica e istituzioni, tra ritardi e promesse. Agli sportelli della Lega Consumatori Basilicata si affacciano anche i Copes, quelli che riempiono sacche di povertà nel campo della forestazione, i lavoratori delle Vie Blu, tutte sigle e vertenze dietro alle quali ci sono altre micro-storie. L’identikit? Spesso vengono a parlare con noi le mogli o i figli, sono volti che raccontano il fallimento di interventi che non hanno consentito di uscire fuori dal disagio, ma ci sono anche tanti anziani e il disagio si moltiplica.

Tanti sono pensionati o titolari di piccole ma avviate e redditizie aziende agricole che dall’oggi al domani si sono trovati in grossissime difficoltà finanziarie a causa di investimenti sbagliati. Secondo i dati raccolti dagli sportelli della Lega Consumatori Basilicata, sono oltre un migliaio, ma si tratta di stime al ribasso perché molti anziani si vergognano di ammettere d’essere stati raggirati dalle banche che hanno venduto loro azioni rivelatesi carta straccia. Qualcuno ha perso anche 50mila euro. Solo una piccola parte si è rivolta a noi. Se i nostri associati del nord fanno assemblee con mille persone, i nostri seminari al massimo arrivano a 100 uditori e comunque, allo sportello, le presenze si riducono al 30%. Sono le vittime dei cosiddetti titoli tossici, prodotti finalizzati ad ottenere magari un fido bancario inseguito a volte per sostenere un nipote o, più spesso, un figlio 40 - 50enne; è il famoso “welfare domestico” che sta cementando intere famiglie a rischio povertà. Ora inizia ad entrare in cortocircuito anche questo sistema in cui le basi solide dell’economia erano le gambe degli anziani. È anche per questo che la Lega Consumatori Basilicata ha stipulato con il Comune di Bernalda un accordo per l’apertura di uno sportello per le fasce più deboli dei cittadini per fornire loro assistenza su cartelle pazze e truffe, assistenza naturalmente gratuita per chi è già in difficoltà economica. Le fasce più deboli sono tali anche per la scarsa informazione e la vulnerabilità. L’assistenza interesserà pure le “vittime” dei call-center sempre più aggressivi. Secondo il rapporto Istat: le famiglie italiane continuano a essere povere. L’Italia continua a essere povera. L’Istat ha, con due diversi report, elaborato due distinte misure della povertà: quella assoluta e quella relativa, sulla base dei dati dell’indagine sulle spese per consumi delle famiglie. Rispetto al 2015 si rileva una sostanziale stabilità della povertà assoluta in termini sia di famiglie sia di individui. Nel 2016 si stima siano 1 milione e 619mila le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta, nelle quali vivono 4 milioni e 742mila individui. Nel 2016, l’incidenza della povertà assoluta, aumentata soprattutto nel centro Italia, sale al 26,8% dal 18,3% del 2015 tra le famiglie con tre o più figli minori, coinvolgendo nell’ultimo anno 137mila 771 famiglie e 814mila 402 individui; aumenta anche fra i minori, da 10,9% a 12,5%. Anche la povertà relativa risulta stabile rispetto al 2015. Nel 2016, diffusa soprattutto in famiglie con quattro o più componenti, riguarda il 10,6% delle famiglie residenti, per un totale di 2 milioni 734mila e 8 milioni 465mila individui, ovvero il 14,0% dei residenti. In Basilicata è in condizioni di povertà relativa circa una famiglia su cinque; lo certifica l’Istat nel nuovo rapporto pubblicato a luglio 2017. Il risultato della regione è comunque positivo rispetto all’anno precedente visto che passa dal 25% del 2015 al 21,2% del 2016. Il dato della Basilicata resta però superiore alla media del Mezzogiorno di 1 punto e mezzo percentuale e lascia la regione al terzo posto tra quelle più in difficoltà, superata solo dalla Calabria e dalla Sicilia. Manuale pratico sul credito ai consumatori 

Di fatto, quindi, una famiglia lucana con due figli minorenni, padre e madre, è considerata assolutamente povera se sostiene una spesa mensile per consumi essenziali pari o inferiore a 850 euro. La soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti è invece pari a 1.061 euro mensili. In questo quadro di crisi che si è fatta strutturale e permanente è necessario fare un salto di qualità culturale e un profondo cambiamento di comportamento e di azione. Il salto culturale cui facciamo riferimento è il seguente: per prassi e tradizione la persona e il nucleo familiare in difficoltà vengono assistiti per il bisogno e la pratica da risolvere e che pongono essenzialmente come individui; la nuova impostazione prevede invece l’adesione e l’inserimento della persona e del nucleo familiare ad un progetto personalizzato finalizzato al pieno inserimento sociale e lavorativo di chi è in condizioni di fragilità sociale e di disagio economico. Questo cambiamento deve investire la società intera a partire dalla famiglia, dalla scuola e dai giovani. Cosa significa questo cambiamento per le associazioni dei consumatori? Esse sono utili alla gente perché risolvono le pratiche. Il cittadino ha un reclamo da fare, un imbroglio da denunciare e lo sportello della associazione lo sostiene per risolvere il problema, poi il cittadino va per la sua strada e lo sportello fa altro. In questo modo l’associazione dei consumatori rischia di esaurire il suo intervento in un ambito assistenziale o assistenzialistico. Ora la famiglia che non riesce a pagare le bollette o la rata del mutuo perché i suoi componenti hanno perso il lavoro o sono colpiti da malattia grave o un loro componente è affetto da Gioco d’azzardo patologico, tossicodipendente o alcolista, non ha bisogno solo della pratica. Certo la pratica è importante e le associazioni dei consumatori ne svolgono del tipo che altri soggetti non sono in grado di fare. Il cittadino consumatore e la sua famiglia hanno sì bisogno di questo che è un “proprio specifico del mestiere sociale delle associazioni dei consumatori” ma collocato come tassello e come tappa di un percorso di attuazione di un progetto personalizzato. Questo ricade sulle associazioni dei consumatori con due esigenze: Occorre perciò che le associazioni progressivamente potenzino il loro ruolo e si attrezzino per accogliere il cittadino consumatore e la sua famiglia certo per assisterlo ma allo stesso tempo per informarlo, consigliarlo, accompagnarlo perché tale accoglienza continui con l’intervento degli altri soggetti necessari per la realizzazione del progetto familiare e il raggiungimento del pieno inserimento sociale e lavorativo. Occorre che le associazioni lucane escano dal recinto sociale che si sono costruite per costruire ponti, per costruire la rete dei soggetti che, a partire dal territorio, si mettono a disposizione per la realizzazione di progetti personalizzati con i quali si realizza efficacemente l’azione di liberazione dalla condizione di vulnerabilità e di contrasto alla povertà. Tutto questo esige un forte cambiamento di mentalità e di comportamento delle associazioni dei consumatori, della loro proposta e della loro presenza, ma è una partita strategicamente decisiva. Questa Guida vuole essere uno strumento utile su questo cammino.

Giambattista Mazzei Presidente, Lega consumatori Basilicata

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    Definizione della controversia DPA Autotrasporti/Wind Tre S.p.A./TIM S.p.A. (GU14/621817/2023)
  • Delibera n. 11/24/CIR
    Definizione della controversia M.B./Eolo S.p.A. (GU14/616646/2023) e M.B./TIM S.p.A. (GU14/616658/2023)

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